Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/285

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Ah! Non è la bella chiesina del mio convento; questa è una chiesa che sembra una caserma — tutta a polvere e ragnatele; lo scaccino ha una faccia da brigante.

Mi sono inginocchiata davanti alla madonna e l’ho pregata tanto tanto per la mamma del maggiore. Giovanna aveva fretta di partire perchè il pavimento umido incrudiva i suoi dolori artritici. Quanta cura di se stessi hanno i vecchi!

Chi sa se il maggiore scriverà qualche cosa?

(A sera inoltrata).

Babbo è nervoso. Ila pranzato male, si annoia. Ho voluto sonargli la sua marcia favorita, ma mi ha mandata via... Che cosa devo fare, o Signore?

Non ho sonno, non posso andare a letto.

Quante belle stelle in cielo! Quanti esseri felici sulla terra! Ed io che dovrei esserlo non lo sono. Perchè non sono felice? Perchè ho nel cuore un tormento acuto, profondo come se un verme lo rodesse? Perchè ho tanta voglia di piangere? Perchè mi sento così triste, così triste, che vorrei morire?