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Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/288

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(Dal giornale di Federica).

Ho una gran paura di essere volubile. Babbo dice molte volte con disprezzo che le donne sono volubili, ma non ci ho colpa; non può essere altro che volubilità questo passare dalla tristezza alla gioia senza nessun motivo.

La settimana passata volevo morire; adesso mi sento invece tanto felice che la vita è breve a soddisfarmi.

Nulla è cambiato ma tutto mi piace di più.

Se avessi un uccelletto nel cuore non potrebbe saltare e cantare più di quello che fa. Mi sento talvolta delle smanie improvvise di baciare qualcuno; mi sento buona buona, piena di tenerezza per tutto il mondo, con un desiderio infinito di far del bene e di vedere tutti gli uomini felici.

Sono stata ingrata verso Dio a non accorgermi prima che la terra è così bella, il sole così lucente, i fiori così soavi. E la luna? e le stelle? Che meraviglia infinita! Ieri sera il maggiore mi spiegava l’ordine degli astri e le costellazioni, i pianeti — tutte cose che ho udite dalle suore; ma è ben diverso parlare di stelle su un banco della scuola e parlarne davanti alla finestra in una sera incantevole...