Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/326

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sì, per un momento mi erano pullulati nel cervello certi sospetti... Come si è maligni! Dio de' dèi quanto fango ci deve essere in questo nostro io pensante per vedere sempre del male!

— L'avete? esclamò Sofia con quella sua foga impaziente che la fa somigliare a un piccolo razzo quando prende fuoco.

Sì, lo aveva.

Era un libricino giallo, fresco, nuovo, col frontispizio rosso e in caratteri elzeviriani, ma non osava deporlo sul tavolino di Sofia.

— Datemelo dunque!

— Non so se devo — disse Emanuele colla sua bella voce larga e sonora — la critica ha trovato molti peli in quest'ovo...

— Ragione di più. Le ova senza pelo sono una cosa tanto comune!

— Ma si vuole che questi sien peli da satiro...

— Via, anche i satiri non saranno poi così brutti come li dipingono.

— Decisamente non avete paura? — disse Emanuele con un sorriso singolare.

— Io no; perchè dovrei avere paura?

Il dottorino si morse le labbra.

— E la signora che dice? — esclamò volgendosi dalla mia parte.