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l'amuleto | 119 |
di tuono scosse tutta la casa; la sua alta persona balenò per un istante sulla soglia, si curvò, disparve. Io mi accosciai a terra, singhiozzando, in preda a una convulsione di lagrime.
L’uragano intanto si avanzava con una furia terribile, rombava nell’aria, muggiva nelle gole dei camini, ululava svettando gli alberi, schiantandone i rami con lunghi gemiti che parevano di persona viva. — Mio Dio, mio Dio — mormorai colla faccia contro il suolo — abbiate pietà di Lui!
L’acqua scrosciava violentissima; per le fessure della porta entrava un vento gelato; i lampi e i tuoni si seguivano con una frequenza spaventosa. Uno specialmente fu così fragoroso che credetti ne sprofondasse la terra. Oh! dov’era Lui?... solo, nelle tenebre, fra l’imperversare della bufera.... A questo pensiero il freddo che mi rattrappiva le membra divenne fuoco ardente. Per un istante intravidi la folle tentazione di correre sui suoi passi, di chiamarlo....