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da notte simile a quello che aveva lui. — E sorrisi anch’io, dominata da un improvviso bisogno di letizia, prendendo le sue manine e ponendomele in grembo.

Era molto chiaro ancora, ma sotto le acacie l’ombra cresceva di minuto in minuto; la testa di Alessio appoggiata contro il mio braccio, restava al buio; quella di mio cugino invece prendeva luce da una radura dei rami ed era così immobile e bianca nel riflesso lunare che sembrava una statua. Aveva il profilo duro, l’occhiaia profonda, il mento fortemente disegnato degli uomini in cui predomina la volontà. Io non so quanto tempo passasse nel più assoluto silenzio. Alessio si era addormentato colle sue manine nelle mie. Un rumore di carri trascinati a stento sulla ripa vicina, le zampe dei cavalli scalpitanti, gli urli e le grida dei carrettieri non lo svegliarono.

— Ecco che questi uomini durano fatica a guidare i loro carri sulla mon-