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duzione acuta e rara. Le mani della bella creatura, attaccate al braccio con un polso di una delicatezza aristocratica si prolungavano sottili, quasi diafane, a sostenere una rosa carnicina.

— Vedete, lì c’era il famoso fazzoletto di trine che i topi si sono portato via ed io accomodai la rottura quasi in ginocchio, come un celebre frate del quattrocento dipingeva le sue Madonne. Ma accanto a quelle trine lì non mi arrischiai di metterne nessun’altra, capite, nevvero? E allora ricorsi ad una rosa.

— L’avete dipinta voi questa?

— Certo. Le rose sono tradizionali nella nostra famiglia, non lo sapete? Il nostro stemma porta una rosa al di sopra di due spade incrociate e mio nonno fece piantare i famosi rosai che coprono queste vecchie muraglie; li vedrete meglio quando scenderemo in giardino. Io amo molto le rose. Ma prima di staccarci da questo ritratto, osservate, vi prego, l’espressione in-