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148 la freccia del parto


giubba, cravatta bianca, guanti in mano appoggiato a un tavolino dove c’era un calamajo e una penna; madama in velluto celeste con delle fettuccie rosa. I due onesti coniugi guardavano Costanza e sembravano maravigliarsi, nelle loro cornici di legno, ch’ella potesse soffrire tanto; le loro ciglia immobili e dipinte esprimevano lo stupore; sulla bocca della sindachessa, atteggiata in forma di cuore, un sorriso bonario voleva dire: «C’è qualche cosa al mondo che valga la pena di essere presa sul serio?»

Costanza appoggiò la testa sui guanciali: in sala suonavano un valzer; si sentiva lo stropiccìo dei piedi, le risa soffocate, le parole interrotte; quegli uomini e quelle donne che si tenevano