Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/269

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come ebbe filarete il suo giorno di celebrità 263


una congestione cerebrale. A buon conto si ritirò un poco dalla letteratura. Fece un viaggio, prese moglie, seppellì lo zio droghiere che lo aveva lasciato erede di un discreto patrimonio; ma alla fine, come la farfalla che se pure allarga una volata nello spazio ritorna invincibilmente a girare intorno alla fiamma, egli ricascò nel calamaio.

Al guadagno non ci pensava più da quando, non una grande villa uso la villa di Rostand a Cambo, ma una villetta, una casetta sul bergamasco lasciatagli anche quella dallo zio soddisfece abbastanza la sua vanità di proprietario e l’altra vanità tornò a farsi strada nella mente disoccupata. Arrivare! Filarete voleva oramai arrivare a qualunque costo, essere celebre, farsi un nome che ogni persona appena appena colta dovesse trovarsi in dovere di conoscere. Non chiedeva denaro; al contrario, era disposto a spenderne pur di essere presentato al pubblico da un grande editore o da un critico autorevole. Era persuaso che tutto dipendesse dallo scavare la prima breccia, lanciare un articolo che facesse colpo, per cui ventiquattr’ore durante non s’avesse a parlar d’altro in tutta Italia.

Disgraziatamente, per quanto la cosa gli sembrasse agevole e per quanto a furia di