Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/47

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due mondi 41


la memoria un turbamento incancellabile. Alla osservazione della veneranda madre ella tacque al pari delle sorelle ma tornò a prendere il suo posto vicino alla finestra guardando fuori.

L’orto, che appariva traverso il piccolo quadrato della finestra circondato da un alto muro e così pieno di verde che un po’ ne restava anche nella fredda stagione, voleva dire per quelle volontarie recluse tutto l’orizzonte. Quanti pensieri, quanti sogni, quanti desideri, quanta tristezze, quante rinuncie, ed anche quanta definitiva acquiescenza dovevano racchiudere le esili pianticelle dei cucurbitacei arrampicate sul muro dal quale aprivano in primavera il largo ventaglio delle foglie molleggianti alle prime brezze! Pensieri ingenui, sogni casti, tristezze senza nome, rinuncie senza lotta e dolce dolce chinare dei cuori all’oscuro decreto della Provvidenza che tale aveva voluto dell’esser loro.

— Il gatto è fuori, — esclamò improvvisamente la maggiore che aveva visto ondeggiare la rada siepe di mortella che divideva l’orto, — andiamo a prenderlo, poverino!

— Vado io, — disse l’ultima delle tre sorelle che si era abbastanza abbrustolita accanto al fuoco.