Pagina:Neera - Le idee di una donna, Milano, Libreria Editrice Nazionale, 1904.djvu/112

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sere equivoco; dirò l’interesse che mi ispirano, dirò la bellezza artistica ed umana della loro causa, dirò il bene che volli a ognuna di esse, anche a quelle che mi fecero del male — forse sopratutto a quelle.

È una schiera interminabile che mi sfila dinanzi. Qualcuna, timida, a piccoli passi, con quei movimenti legati così caratteristici di uccelletto in gabbia; qualche altra cauta e felina, coll’andatura leggera di chi porta scarpe felpate; altre invece procedono rigide, maschili, scambiando la durezza per disinvoltura e la violenza per il potere, quasi foste in loro un tentativo di mutar sesso per aver fallito quello che ebbero dalla natura riconoscibili al gesto, alla voce, allo sguardo, al sorriso; tutte segnate da un misterioso accenno, da un velo impalpabile che sembra isolarle dal fermento della vita e rinchiuderle nello stupore del sogno. Qualcuna pure, voglio convenirne, aiutata da qualità specialissime, creatura veramente superiore, sforza le linee generali del tipo