Pagina:Neera - Le idee di una donna, Milano, Libreria Editrice Nazionale, 1904.djvu/113

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e si presenta con un’apparenza nebulosa di vedova, dove, a studiarla bene, la tristezza è più profonda, più inconsolabile, più disperata ancora. Ed io le amo tutte: le rassegnate, le ribelli, le martiri, le maligne, le invidiose, le ipocrite, le ridicole, tutte, tutte! Le amo perchè queste sono le vere infelici, le derubate, le vittime della società qualunque sia la loro condizione di ricchezza e di coltura. Queste sono le vittime che bisogna redimere se una redenzione è possibile, se c’è un progresso da fare; e se non si può, commiserarle ed amarle infinitamente.

Persone serie, animate dalle migliori intenzioni esclamano: “Oh! che la donna non debba far altro a questo mondo?„ Precisamente; ma scusate se è poco. Si vorrà ammettere per lo meno che non ci sarebbe stato bisogno di nascere donna se non fosse appunto per ciò. Tutte le questioncelle di sapere o non sapere, di diritti, di indipendenza, intorno alle quali si fa tanto bac-