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UN IDEALISTA

ALBERTO SORMANI

Io cerco di essere eclettico od a meglio dire tollerante in fatto d’arte. Ammetto tutte le forme o quasi, purché vi sieno. soddisfatte certe tendenze universali dell’anima umana. Ma la mia natura mi porta a cercare nell’arte le forme più alte, a rendermene conto, a determinarle e a seguirle nell’opera mia se le forze non me ne mancheranno. E per ciò sono e mi dichiaro idealista, altamente, fortemente, fieramente idealista.

(Dagli scritti di Alberto Sormani).


Sono quasi cinque anni; e il tempo che tutto cancella, che tutto affievolisce, non ha ancora cancellata, non ha affievolita la indimenticabile memoria.

Era un giorno della fine di giugno, verso sera. Il caldo, quell’anno, aveva anticipato la sua afa snervante. Egli entrò nel mio salotto un po’ pallido e con un abbandono affatto insolito si lasciò cadere sulla poltrona. — Sono stanco — dlisse.

Chi lo avrebbe pensato, allora, che quella doveva essere la stanchezza ultima, la stanchez-