Pagina:Neera - Profili, impressioni e ricordi, Cogliati, 1920.djvu/14

Da Wikisource.
8 Profili, Impressioni e Ricordi

za misteriosa e fatale — a ventisei anni, nel vigore della salute e delle forze?

Sono stanco, aveva detto Lui, che non si confessava stanco mai, mai scoraggiato, mai dòmo. Lo guardai in viso e mi parve mesto. Soggiunse: — ho gran bisogno di andare in campagna. — Mi afferrai a questa speranza, esortandolo a partire subito, persuasa che nel suo dolce Pomelasca si sarebbe riavuto prontamente. Poi parlammo d’altro.

Calava la sera, pesante. La stanza riempivasi d’ombre; i due rettangoli delle mie finestre si aprivano alla luce smorta dei fanali, nella via poco frequentata. Gli era cara quella oscurità crepuscolare e per fargli piacere indugiai ad accendere la lampada. Nell’ambiente bigio udivo la sua voce senza quasi vederlo; ah! non era la solita voce potente dallo squillo di bronzo, ben temprato; aveva come un velo.

Egli attendeva in quei giorni alla traduzione francese dell’Ultima passeggiata, che avrebbe mandala all’Ermitage, ostinandosi a cercare una parola che non fosse banc per tradurre sedile. Gli dissi che se non l’aveva trovata lui, io non la troverei certamente. Insistette perchè avessi a cercarla e glielo promisi. Mi veniva intanto alla mente «Le banc de pierre» la soavissima romanza di Gounod che ha tanti punti di contatto coll’Ultima passeggiata. Avrei voluto potergliela ridire, ma era impossibile.

Non si riusciva quella sera a entrare in un