Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/297

Da Wikisource.

— 283 —

avvalendosi di un metodo inverso; ella va dalla sintesi all’analisi — e questa è sempre breve e succosa.

La virtù umana non sta solo nel lavoro o nella persistenza ad attendere alle proprie opere, fondamento della filosofia pratica inglese; il lavoro è una virtù grandiosa, una forza che innalza i popoli e che innalzando pure l’individuo ne irradia e ne purifica la coscienza. Ma ciò non è tutto il carattere. Il carattere è la somma di tutte le virtù, di tutte le attitudini, è l’istinto pensante dell’uomo.

Brevemente, gagliardamente, ma sempre con efficacia, la profonda conoscitrice della vita sviscera la psiche nuova dal lato morale, sul modo che questa si atteggia e si rivela come ente elementare del carattere e del popolo contemporaneo e per quel senso di scrupolosa verità che vibra ad ogni pagina dell’aureo libriccino, colpisce ed ammaestra.

Vorrei riportare qui l’intero capitolo dove Neera si scaglia contro gli scettici ed usa veramente la pietra infernale, senza misericordia, nello studiarli. Ma è meglio che i giovani, cui il libro è destinato, leggano da sè la cruda verità che l’arguta scrittrice mette a nudo in queste pagine, di cui a lettura finita vien fuori un’onda di sana idealità, di nobile moralità, qualche cosa che farà domandare a molti: «Ma siamo noi davvero galantuomini come l’autrice vorrebbe che fossimo?»

(Il Napoli).