Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/55

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a voce alta gli avesse infuso un nuovo coraggio, Stefano si alzò. Coll'occhio fisso davanti a sè, le labbra strette, sembrava cercare la sua via lontano, al di là di quelle quattro pareti dove la grande illusione della sua giovinezza era stata assassinata.

— Fra me e il mondo vi sono ancora dei legami, poiché sono uomo fra gli uomini. Sento che devo vivere.

Nel grande occhio nero si accese d’improvviso l’ardore della battaglia. Egli puntò l’indice risoluto davanti a sè, ancora verso l’ignoto, ancora verso il futuro.

— Sì, vivere. E il primo dei nostri doveri.

Senio lo guardava ammirato e dubbioso. Non era quella una esaltazione prodotta dallo stesso dolore? Aveva egli una coscienza esatta della sua sventura o non si illudeva piuttosto, come si era illuso la prima volta, come devono fatalmente illudersi queste povere creature dal cuore sensibile e impetuoso? Credeva egli