Pagina:Neera - Teresa.djvu/190

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proprio quel nulla che aveva sempre creduto. La vanità non poteva germogliare nel suo cuore squisitamente amoroso, ma una ingenua soddisfazione le faceva brillare sul volto la bellezza propria delle persone felici.

Il suo sorriso, che era sempre stato grazioso, scintillava; le pupille avevano sguardi piú vivi, piú sicuri. Nelle movenze del busto, nei rapidi sollevamenti del petto, la donna si rivelava attraverso le rigidità della vergine.

Pensando qualche momento al pessimismo della pretora riguardo agli uomini ed all’amore, Teresina concludeva che la povera donna non doveva essere stata amata mai. S’ella avesse veduto una sola volta gli occhi di Orlandi, come li aveva veduti lei, fissi, parlanti, umidi di un ardore represso; se avesse udito quella voce appassionata; se le sue mani avessero sentito quella stretta che penetra fin nel midollo delle ossa e che non si dimentica piú, forse non direbbe tanto male degli uomini.

Esistono certamente uomini malvagi, ma nello sguardo limpido d’Orlandi nessuna malvagità poteva nascondersi.

Da pochi giorni appunto, vigilando al mattino il passaggio del procaccio, ella aveva ricevuta una lettera; una vera lettera d’amore questa volta, con parole brucianti, con frasi che le davano le vertigini. Era tutto un mondo che si schiudeva all'anima sua ed a’ suoi sensi.