Pagina:Neera - Un nido, Milano, Galli, 1889.djvu/22

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14 Parte prima


in quella stamberga – forse per la prima volta – si guardò attorno con palese ripugnanza, e piantandosi in mezzo alla corte con piglio tra l’impaziente e lo sdegnoso (era un novellino viziato dalle eleganti portinaie), cacciò la mano nella borsetta nera che gli pendeva ad armacollo, ne trasse una lettera, lesse, rilesse, e guardando in su verso le sconquassate ringhiere del terzo piano, chiamò: — Spiccorlai!

Silenzio.

L’acqua cadeva fitta, sottile, incessante – egli aveva un berretto nuovo – riguardò in su; richiamò: — Spiccorlai!

Sulla soprascritta c’era forse signore, ma non credette necessario ripetere quel titolo in mezzo a quella corte.

— Non abita in questa maledetta casa un tale Carlo Spiccorlai? Ohe!

La domanda era rivolta alle grondaie gocciolanti e alle travi tarlate, ma parve l’udisse il vecchio pizzicagnolo, che aperse la finestra e cacciò fuori il suo naso adunco.

— Cosa c’è?

— Una lettera!

— Vengo.

Non furono scambiate altre parole; il vecchio