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bellezza sensuale e impudica — bellezza ardente e terribile.
Come negli occhi del moribondo si riaccendono le fiamme della vita, vi è quasi sempre nella donna di trentanni un rincrudimento di desiderii violenti, un ridestarsi di aspirazioni giovanili fatte più audaci nell’esperienza del successo, forti di disperato ardire e ai baldanza temeraria. Età fatale, che segna molte vate il ridicolo quando le grinze di una precoce vecchiaja contrastano collo svilupppo dei sentimenti erotici — età vittoriosa per quelle che possono aggiungere ai pregi di una bellezza naturale le seduzioni irresistibili della bellezza sapiente.
Ella — si chiamava Réa ed era contessa — accoppiava la freschezza vellutata di una carnagione giovanile a un pallore pieno di passione; aveva la bocca voluttuosa d’una baccante e il mento tutto a pozzette come un bambino.
Quindici anni di regno l’avevano fatta sicura della sua potenza; sapeva la dose di veleno che convien mettere in uno sguardo per renderlo più o meno assassino; conosceva tutte le ombre e tutte le luci atte a porre in rilievo, i morbidi profili del suo corpo degno di Frine e di Aspasia.
Amore erale ignoto. Lasciva ed incostante, ambiva il dominio assoluto per tramutare i suoi amanti in