Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/241

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— Sì, sì, mi dia del tu. Mi farà bene.

— Ma anche te allora! Non voglio differenze. Posso esserti madre e come tale ti ordino di imitarmi.

— Mia buona Chiara! esclamò Giulia cui in mezzo alle lagrime spuntava un sorriso.

Pompeo che non sapeva nulla di questa scena e che nell’isolamento della sua camera si era ricomposto, venne a mutare il duetto in terzetto. Non negò che anche a lui l’impensata notizia aveva fatto molto effetto.

— È tanto sensibile! interruppe la signora Chiara.

— Ma mi trovavo già poco disposto.

— Al contrario, avevi detto che stavi così bene!

Pompeo si morse le labbra e capì che non era tanto facile ingannare quell’Argo — ma anche lui non era per nulla avvocato e ripiegò con un cavillo.

— Moralmente, mia cara, moralmente.... Conviene distinguere.

Il suo segreto! pensò la signora Chiara — e dopo ch’egli fu partito e Giulia risalita nella sua cameretta non potè tenersi dall’incominciare un viaggio di ispezione che doveva condurla alla scoperta di questo benedetto segreto.