Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/76

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del giusto, del grandioso; c’è il sentimento dell’arte, il sentimento della gloria, il sentimento del proprio dovere — ed altri, e molti ancora, svariati, suddivisi ch& si confondono nella gran massa del cuore e del cervello.

Per Olimpio i comodi della vita erano superflui; dormiva egualmente bene nel suo letto morbido che sul nudo terreno; punto ghiotto — e che il paesaggio fosse di ridenti colline o di aride steppe, dolce o rigida la temperatura, non se ne curava. Fisico di bronzo, approfittava degli agi ma non li godeva; gli organismi malaticci che soffrono hanno potentemente sviluppata la fibra del piacere. Olimpio, che non conosceva dolore, era del pari straniero al vero ed intimo godimento. Piaceri raffinati dello spirito, piaceri dell’intelligenza, piaceri eziandio del gusto perfezionati dallo studio gli erano ignoti.

Superiore a qualunque uomo per la bellezza meravigliosa delle forme, si avvicinava nel poco sviluppo dei sensi agli animali d’ordine inferiore.

Cinico per natura, freddo per sangue, incapace d’uccidere un suo simile, e non curante di salvarlo.

Aveva fama di libertino — ma lo era poi veramente e nello stretto senso della parola? Ne dubito.

Le donne lo adoravano ed egli si lasciava adorare; pronunciava la frase sacramentale ti amo appunto perchè è una delle tante frasi fatte che non costano nulla