Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/141

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— Non esito... no... se occorre... il mio dovere innanzi tutto.

— Dunque andate.

— Ma così... per una parola...

— Volete che vada io? o Romolo?

Egli misurò l’estensione del nuovo pericolo, lo scandalo, i pettegolezzi, l’ira del fratello, tutto il putiferio che ne sarebbe nato. Chinò la testa e rispose con un gran sospiro:

— Anderò.

Si trattava di decidere quando. Rosalba pretendeva che partisse sul momento; ma a questo egli si rifiutò categoricamente adducendo che conveniva preparare Romolo con un pretesto e che anche partendo subito non avrebbe potuto andare e ritornare nello stesso giorno, ed a star fuori la notte non era nemmeno da pensarci per una quantità di ragioni.

Rosalba, avendo ottenuto l’intento principale, mostrossi docile su questo punto e lasciò che Remo andasse a terminare il suo passeggio sotto i mandorli, benchè l’animo di lui contristato e turbatissimo non gli permettesse più di godere l’innocente svago.

Fu ben peggio quando, il giorno dopo, addotto un impegno professionale, egli prese di buon mattino malinconicamente la via di Bergamo con una grossa mazza fra le mani il cui pomo rappresentava una testa di cane, «sim-