Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/140

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casa... dove abita... avete capito adesso? Lui e Toniolo hanno visto tutto.

— Ma il duello, il duello?

— Il duello si deve fare uno di questi giorni.

— Oh! Signore Iddio! — tornò a gemere Remo; — pure, reagendo ancora con tutte le forze della sua anima semplice, riprese: — E se non fosse vero niente?

Questo pensiero che «non fosse vero niente» gli sorrideva con una dolcezza incomparabile. Tutto come prima: Ippolito a Bergamo per prepararsi all’esame; Rosalba accanto a’ suoi fornelli; e lui, Remo, correggendo i compiti in quella bella domenica di giugno, con un cielo così limpido ed una brezza così soave tra le foglie dei mandorli...

Vana speranza! Rosalba bruciò la sua ultima cartuccia:

— Per essere sicuri c’è un mezzo semplicissimo. Andate a Bergamo, subito. Se trovate Ippolito, bene con bene: se non lo trovate, via dritto a Milano, in una contrada che si chiama Palestro... Non vi dico altro. Se fosse una contrada onesta si chiamerebbe di S. Pietro o di S. Paolo e non con questo nome turco.

Remo implorava colle due mani tese a guisa di ventaglio verso la donna, quasi per arrestarne l’inflessibile chiacchierio.

— Esitate? Vedete un po’ come sono questi uomini...