Pagina:Neera - Una passione, Milano, Treves, 1910.djvu/277

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soluto. Egli rispondeva con una scala crescente di «no» agli inviti di Mansa che voleva mutargli il grembiulino. L’apparizione del bimbo, come sempre, ebbe il potere di attrarre lo sguardo di Ippolito che ne risentì una improvvisa tenerezza dolente e quasi compassione, non sapeva bene se per sè stesso o per quel bimbo che nulla sapeva della vita.

— No — ripetè ancora una volta il piccolo uomo per la difesa della propria libertà.

Allora Mansa senza sprecare altro fiato lo prese sotto le ascelle, lo sollevò in alto, gli tolse il grembiulino ad onta de’ suoi strilli e gliene rimise uno pulito deponendolo poi di nuovo sulla soglia dove era prima. Vinto dalla forza, un gran dolore, come di onta ricevuta, alterò i lineamenti del bimbo che si gettò in terra a guisa di protesta mordendo il suolo, mentre ne’ suoi occhi del colore di un’acqua corrente sotto i salici tremarono due piccole lagrime.

— Dunque — pensò Ippolito — la vita incomincia anche per lui tirannica e crudele. A due anni appena conosce le catene. Egli sa ormai che deve piegare. Piegare agli uomini, al destino, alle leggi, al volere dei più forti, alla pietà dei più deboli, alla verità o all’errore. Questa è la vita. Piangi, piangi, piccolo Ni, mordi la terra, urla, protesta... Troverai sempre qualcuno o qualche cosa che ti vincerà.

Entrò in casa in preda ad una malinconia pro-