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Enrico, andiamo a cercare le belle ghirlandine, che mostrerai al tuo amico Alessio.
Luigi fece uno sforzo supremo per dire:
— Alessio non verrà oggi.
— Oh!
— Nè mai.
L’ultima sillaba uscì come un rantolo dalle sue fauci — era pallido come un morto — si sentiva venir meno. La sua mano errante sulla panchina strinse febbrilmente la mano di Diana, che gli si fece accanto e lo guardò... Dall’urto di quelle pupille scaturì un raggio di luce.
— Ho compreso tutto — gridò ella colpita dalla profonda impressione di quello sguardo — tu sei geloso!
Sciogliersi in lagrime come un fanciullo fu la risposta di Luigi.
Diana lo circondò colle sue braccia, ed egli si lasciò cadere lentamente fino a nascondere il viso sui di lei ginocchi — il cuore del povero giovine si fondeva nella tenerezza dell’amplesso — le sue mani allacciate intorno alla vita di Diana ne sentivano fremere i delicati contorni, e la ebbrezza dei muscoli sposandosi all’intima voluttà del sentimento li rendeva silenziosi, tremanti.
Oh! chi può dire come palpitavano i loro petti congiunti — quante confidenze si ricambiarono nel muto linguaggio dei loro sguardi!