Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/78

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fino ad ora non aveva urtato il suo mondo astratto — come un sonnambulo egli viveva in due mondi.

Aveva amato certamente la baronessa; l’amava ancora, tuttavia si sposò a Diana senza una ripugnanza decisa; poteva essere ubbidienza, ma non mi meraviglierei che fosse invece un principio di indifferenza, una vaga lusinga di emancipazione.

In questo caso egli aveva calcolato senza l’intervento della baronessa, che non si sarebbe lasciata sfuggire tanto facilmente la sua preda, e che fin dalla prima sera si accorse che il giovane si rassegnava con troppa buona grazia.

Le furie gelose di Cristina andavano, come sempre, più in là del vero, poichè mentre ella già studiava i mezzi per combattere l’influenza di Diana, la povera ragazza non aveva fatto un passo nel cuore di Luigi. Non era l’amore che il giovane cercava per il momento — era la libertà.

Felice di trovarsi padrone del suo tempo, di correre lontano in paesi nuovi, di gustare nuove emozioni, divideva, volentieri la sua gioia colla giovane compagna che il destino gli aveva dato.

La considerava come un camerata allegro, pieno di salute e di entusiasmi; scorrazzavano insieme tutto il giorno, pranzavano coll’appetito famoso della loro età e delle loro gambe esercitate; ammiravano insieme, insieme ridevano — non riusciva poi tanto