Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/13

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il posto dei vecchi 7


del sole, del verde, di quelle poche ore di libertà. E il tempo passò. Perchè il tempo passa così rapido?... Quel che noi lasciamo indietro è sempre il meglio, anche quando è il dolore.

La donna si era insensibilmente assimilata al ritmo e alla qualità della sua giornaliera fatica. Era come se andasse e venisse con le spolette d’acciaio: come se accordasse le pulsazioni del cuore e dei polsi a quelle dei licci, dei brancali, delle leve, di quei piccoli e silenziosi bracci di macchina che sembrano moncherini dal gesto tragicamente preciso. Non poteva più immaginare la propria vita senza rotear di cinghioni sul capo, polvere di lana e odor d’olio rancido in gola, e l’amicizia rumorosa e cordiale dei compagni di fabbrica.

I figliuoli crescevano. Francesco, già a bottega, dimostrava felicissime attitudini alla meccanica e portava a casa un piccolo guadagno. Leonardo, nervoso, concentrato, intelligente, con la snella ossatura e la maschera energica della madre, s’era messo in testa di studiare, di divenir qualcuno; ed era entrato nelle scuole normali col sussidio governativo,