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272 il denaro


furono, un giorno di giugno, il corteo della sposa, che i felici occhi delle fanciulle videro — realmente videro — candida come fiocco di neve nell’abito nuziale e nel velo sparso di fiori d’arancio....

La campanella del pranzo richiamava Nanna e Ninna alle volgari cure di quaggiù; e la figlia della tessitrice, risalita nelle sue stanzette per preparare alla meglio un po’ di minestra alla madre che doveva tornar dalla fabbrica, continuava, in virtù d’uno strano processo di polarizzazione delle idee, a vivere il fantastico sogno. Non potevano, quelle quattro pareti così spoglie, esser per lei tappezzate d’arazzi, sfolgoranti di candelabri d’argento e d’oro?...

Sol che lo volesse, sol che lo pensasse: ed ecco: le vedeva così.

Nella dolcezza del crepuscolo, appoggiata al balconcino di ferro che dava sul giardino, Veronetta inseguiva con occhi allucinati le figurazioni create dal suo cervello: alberi e cespugli, fiori e colonne, pietre e finestre, tutto la fissava con intenti occhi umani, le parlava con sommesse voci umane. Trasognata, indifferente al resto, ella sentiva gonfiarsi l’anima in pienezza di vita.