Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/43

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una serva 37


ladro. Sottomissione, devozione, pazienza, serenità nella fatica erano pii essenziali caratteri di quell’umile ma compiuto e magnifico modello umano.

Imparò presto, sotto la fèrula d’una padrona meticolosa e dispotica, le più delicate, le più difficili, le più aspre faccende d’una casa borghese: tirar la galera (lo spazzolone di ferro pei pavimenti incerati) senza farla urlare contro i piedi e gli spigoli dei mobili: cucinar con arte e con economia: stirar la biancheria senza ingiallirla: rendere piatti e bicchieri lucidi come specchi, senza incrinarli: rendere simili all’oro gli ottoni delle maniglie e delle serrature, senza aguzzar gli orecchi dietro le porte: scacciar la polvere da ogni gingillo, da ogni angolo, da ogni nascondiglio della casa, con l’accanimento d’un nemico mortale, senza stancarsi mai di ripetere il medesimo gesto maniaco e vano.

Imparò presto, anche, quattro cànoni importantissimi. Quando un abito è ragnato alle cuciture e ha stinto tutto il colore, lo si regala alla serva: — quando la frutta comincia ad andare a male, la si dà in fretta da mangiare alla serva: — quantunque paraliz-