Pagina:Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu/28

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22 orazioni


gurata in quegli stessi giorni. E vide un grosso cocchiere di piazza, il quale, immobile presso la porta, con il mento appoggiato al pomo della frusta, beveva le parole dell’oratore con la medesima avida golosità con la quale avrebbe ingollato un bicchier di vino. La Donna pensò: Ecco. Fino a ieri, alla bettola. Oggi, alla scuola.

La visione del bravo brumista dal naso bitorzoluto divenne, da quella sera, ossessionante nel suo cervello sempre in ebullizione. Personificò, per lei, il popolo, che non solo necèssita di pane per il corpo, ma di fosforo per lo spirito. L’automedonte parigino assunse ai suoi occhi gigantesche proporzioni: fu, non più un uomo, ma una classe.

Immediatamente tornata in Italia, ella cominciò a darsi dattorno, a