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Pagina:Negri - Stella mattutina, Mondadori, 1921.djvu/147

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:: Stella mattutina 141

d’essere stato prete; e le ha imposta la mano sulla fronte, con gesto sacerdotale. Oppressa da una dolcissima sofferenza, ella s’è mossa verso la porta, nell’impossibilità di parlare. Ma il professore, sulla soglia, l’ha tenuta ferma per una spalla, s’è curvato su di lei, s’è strappato dall’anima le parole che vi serrava dentro per scrupolo, per una specie di aspro pudore:

— Tu puoi fare. Puoi far molto. Studia, scrivi. Mandami ciò che scrivi. E ricordati del tuo vecchio maestro.

Questo, per la prima strada e per tutte le altre, fu il viatico.


Dovrà proprio andarsene?... lasciare la sua città?...

Cara, nobile città dell’infanzia e dell’adolescenza!...

La piazza del Duomo, con i leoni di pietra a guardia della cattedrale, protetta dal campanile un po’ tozzo, è stupenda di vita nei mesi di prima estate, quando il mercato dei bozzoli