Pagina:Negri - Stella mattutina, Mondadori, 1921.djvu/146

Da Wikisource.
140 Stella mattutina ::

volte tramutarsi in dolcezza e potenza di musica.

Gli ha stretta la mano: non ha saputo balbettare che: — Son venuta a dirle grazie, maestro.

Tra le frasche (così folto il giardino: quasi un bosco) gorgheggiavano tutti gli uccellini del mondo. Il cielo era d’oro; e il chioccolio infantile d’una fontanella, nascosta dietro gruppi d’ortensie rosazzurre, pareva dire anch’esso: — Grazie, maestro.

Il vecchio le ha con la destra bruscamente sollevato il mento, fissandola negli occhi: in quegli occhi, per i quali nessuno mai potrà trovarla brutta. E le ha detto, grave:

— Mi avvertirai, quando ti giungerà la notizia d’un concorso. Voglio salutarti e darti alcuni libri. È contenta la mamma?...

— Sì. Tanto.

L’ha condotta in giro per il giardino, mostrandole tutte le sue meraviglie:

— Vedi?... Questa mimosa mi sarebbe morta, se non l’avessi curata, proprio come un bimbo infermo... I fiori valgono più degli uomini.

Nel momento di dirle addio, s’è ricordato