Pagina:Negri - Tempeste.djvu/98

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Presso il mio petto qual folle paura
Il grande occhio t' accende?...
Qual lontano spavento di sventura
l'anima ti sorprende?... —


Io ti risposi: Quando, a te vicina,
Tutta pallida in faccia,
Sento il mio gracil corpo di bambina
Svenir fra le tue braccià,


Cupe larve di donna a me davanti
Passan ne la penombra.
Son larve di fanciulle in voti e in pianti
Consumate nell'ombra:


Ed eran belle, e avean del Sol l'ardore
Ne l'auree trecce folte;
E non ebbero baci, e senz' amore
Fûr ne l'oblìo sepolte.


Sono donne che, presso il capezzale
De lo sposo o del figlio,
Vider lenta calar l'ora mortale
De l'ultimo periglio: