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prefazione del traduttore | xxxiii |
L’opera del De Sanctis come, con non minore studio e genialità, quella del Vico, è stata ripristinata da Benedetto Croce. Il quale, cavando con piena consapevolezza e cognizione il massimo profitto dall’opera conscia e inconscia di tutti i precursori, specialmente italiani, ha risolto a fondo il problema estetico, perché, sull’esempio più o meno felice dei precursori, specialmente tedeschi, egli ha capito, che questa risoluzione allora era possibile e completa, quando il problema estetico fosse stato inquadrato a base di tutto quanto il maggiore e complesso problema della sistemazione dell’intera attività dello spirito, ossia a base dell’intero sistema della scienza, della filosofia dello spirito. Infatti, la soluzione del problema estetico importava: 1° che nell’unità indivisibile dello spirito l’attività fantastica o artistica è un’attività conoscitiva, teoretica, affatto distinta e indipendente, 2° sia dall’attività teoretica logica, cioè dalla conoscenza concettuale o scientifica, o percezione storica, 3° sia dall’attività della volontà o attività pratica, e perciò distinta e indipendente del pari, 4° tanto dall’attività economica o utilitaria, quanto dall’attività etica o morale. È evidente, dunque: non era dato definire scientificamente l’essenza dell’attività artistica e determinarne l’ufficio e i confini, se non per mezzo dell’intero sviluppo del sistema filosofico. Ed è avvenuto, che l’intensa concentrazione conseguente al dovere impostosi di discutere e risolvere la questione del-