Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/107

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— m — chiesa o di una corte : così non imparano più a far crescere il loro '< tiranno interno » la loro volontà. E ciò che vale per gli artisti, vale in un senso più alto e più fatale per i filosofi. Dove son dunque oggi i liberi spiriti? Mi si mostri oggi un solo libero spirito! 206. Colle parole « libertà dello spirito » intendo qualcosa di ben definito : ess ere cen to volte superiori ai filosofi e agli altri discepoli della « verità » nella forza contro sè, nella purezza e nel coraggio, nella volontà decisa di dire no, dove il no è pericoloso, — io tratto i filosofi avuti sinora come disprezzabili libertinus, sotto il i'^{g rnanto della donna « ver ità ». p^C*'**^^ Non. voglio convincer nessuno a favore della filosofia; è neces- sario, è forse anche desiderabile che il filosofo sia una pianta rara. Non c'è niente che mi disgusti più della lode dottrinale della filosofia come si trova in Seneca o meglio in Cicerone. La filosofia ha poco da fare colla virtù. Mi sia permesso di dire che anche l'uomo scien- ziato è qualcosa di fondamentalmente diverso dal filosofo. Ciò che do desidero è che il vero concetto del filosofo non vada interamente perduto in Germania. Ci sono tanti mezzi esseri di ogni specie in Germania che vorrebbero volentieri nascondere la loro cattiva riuscita sotto un nome così aristocratico. 11°. Religione. 1. SUO SORGERE. C^Wtl^)tif§Ut>.'^^. 208. VJ Tutta la bellezza e la sublimità che noi abbiamo prestato alle cose vere e immaginarie, voglio che siano restituite, quale proprietà e creazione dell'uomo; quale sua più bella apologia. L'uomo come poeta, come pensatore, come dio, come amore, come potenza, oh la regale liberalità con cui egli ha arricchito le cose per impove- rirsi, per sentirsi miserabile! Questa è stata finora la sua più grande abnegazione, che egli ammirava e adorava e riusciva a na- scondere a sè stesso che egli aveva creato ciò che adorava. - 110