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La misantropia, il disgusto.
Profondissima distinzione: è la fame o l’abbondanza, la più grande forza creatrice?
La prima produce gli ideali del romanticismo.
La vita nordica lontana dalla natura.
Il bisogno degli alcoolici: la «miseria» operaia.
Il nichilismo filosofico.
14.
Il lento venire alla luce e salire delle classi medie e basse (compresa la specie più bassa di spirito e di corpo) che sensibilmente si annunziava già prima della rivoluzione francese e avrebbe egualmente, senza la rivoluzione, proseguito innanzi, porta con sè, nell’insieme, la preponderanza del gregge sopra tutti i pastori e le pecore guidatrici.
1) Oscuramento dello spirito. (L’unione di una apparenza di felicità stoica e frivola, caratteristica di culture aristocratiche, va diminuendo. L’uomo fa vedere e sentire molti dolori che prima sopportava e nascondeva).
2) L’ipocrisia morale. (Una maniera di volersi distinguere per mezzo della morale, ma per mezzo delle virtù del «gregge»: compassione, premura, temperanza: virtù che non vengono riconosciute e apprezzate fuori della capacità di essere gregge).
3) Una vera grande massa di sofferenze e di gioie comuni. (La compiacenza in grandi radunanze come hanno tutti gli animali del gregge: il «Senso comune», la «Patria», tutto ciò in cui l’individuo non è preso in considerazione).
15.
Ciò che è più profondamente minato è l’istinto e la volontà della tradizione. Tutte le istituzioni che debbono la loro origine a questo istinto, vanno contro al gusto dello spirito moderno. In fondo non si pensa e non si fa nulla che non intenda allo scopo di sradicare questo senso della tradizione. Si considera la tradizione come una fatalità: la si studia, la si riconosce (come «eredità»), ma non la si vuole. La tensione della volontà di uno per un lungo tratto di tempo, la scelta di condizioni e di valori che rendono possibile il dominio sui secoli futuri, questo è appunto