Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/157

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òy — 321. Che cosa può essere la sola, conoscenza? — « esposizione », impressione dei sensi, — non « spiegazione » (nella maggior parte dei casi una esposizione nuova sopra una vecchia diventata inintel- ligibile, che al presente è soltanto un segno). Non vi è alcuna sta- bilità di fatto; tutto è scorrevole, inafferrabile, cedevole : ciò che vi è di più durevole sono ancora le nostre opinioni. 324. ^ Ija presupposizione, che nel fondo delle cose tutto avvenga così moralmente, che la ragione umana sia appagata — è una ingenuità e una supposizione di uomo dabbene, una sopravvivenza della fede nella veracità divina — Dio pensato come creatore delle cose. — Il concetto come eredità da una preesistenza nell'ai di là. 323. Prima proposizione. Il modo più f a c i l e di pensare vince il pili complicato; — come dogma: simplex sigillum veri. — Dico: che la chiarezza debba essere un indice di verità è una perfetta fanciullaggine.... Seconda proposizione. La dottrina dell'essere, della cosa, di unità manifestamente persistenti, èmille volte più facile che quella del divenire, dello sviluppo.... Terza proposizione. La l ogica fu int esa come agevolazio- ne: come mezzo d i . e s p r e s s i o n e. — non rome verità... Più tardi essa agì come verità 324. Che cosa è la verità? — Inerzia; l'ipotesi da cui ci viene ap-' é fetu pagamento: l'impiego più economico della forza spirituale, e così via. ^ 325. l^na morale, una maniera di vivere provata, dimo- strata da una lunga esperienza ed esame, si presenta infine alla coscienza come legge, come d o m i n a n te.... E con essa entra l'in- tero gruppo dei valori e degli stati affini; essa diviene rispettabile, inattaccabile, santa, veridica; è proprio del suo sviluppo che la sua origine sia posta in oblio.... E' un segno che ha acquistato il dominio. — 1