Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/165

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In realtà noi abbiamo fede in quel principio sotto l'impressione dell'infinita esperienza, che sembra durevolmente confermarlo. La « cosa » — cioè il substrato proprio di A; la nostra fede nella cosa è il presupposto per la fede nella logica. L'A della logica è, come l'atomo, una costruzione posteriore della « cosa » ....

Non comprendendo ciò, e facendoci della logica un criterio del vero essere, noi siamo già sulla via di porre come realtà tutte quelle ipostasi: sostanza, predicato, oggetto, soggetto, azione, ecc.: ossia di concepire un mondo metafisico, cioè un « mondo vero », (ma questo è ancora una volta il mondo apparente....).

Gli atti più originari del pensiero, l'affermazione e la negazione, il ritener-vero e il non-ritener-vero, in quanto presuppongono non soltanto una abitudine, ma un diritto di tener per vero o per non vero, sono già dominati da una fede, che vi è per noi una conoscenza, che il giudicare può realmente cogliere la verità: — in breve la logica non dubita di poter dire qualcosa del Vero in sè (e cioè che non gli si possono riferire predicati opposti).

Qui domina il rozzo pregiudizio sensualistico, che le sensazioni c'insegnino delle verità sulle cose, — che io non posso affermare nello stesso tempo, che un unico e medesimo oggetto sia insieme duro e molle. (L'istintiva dimostrazione « io non posso avere insieme due opposte sensazioni », è del tutto rozza e falsa).

La comprensibile proibizione della contradizione procede dalla fede che noi possiamo formare concetti, che un concetto non solo indica, ma afferra l'essenza di un oggetto... Di fatti la logica (come la geometria e l'aritmetica) vale soltanto per le essenze immaginate, che noi abbiamo formato. La logica è il tentativo di comprendere il mondo reale negli schemi dell'essere da noi posti, o meglio: di rendercelo riducibile a formule, calcolabile....

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Eguaglianza e somiglianza.

1° L'organo più rozzo vede molte eguaglianze apparenti;
2° Lo spirito vuole eguaglianza, vale a dire vuole subsumere un'impressione di senso sotto una serie sussistente; così come il corpo si assimila cose inorganiche.