Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/199

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01 - legislatore, agisca sempre in quel modo; mentre, aslrazion fatta dalla legge, avrebbe libertà di agire diversamente. Ma appunto quel « così è, e non alti'imenti » potrebbe procedere dall'essere stesso, ohe si comporta in quel modo non in vista dapprima di una legge, ma in quanto è cosi fatto. Ciò significa solo: una cosa non può essere anche un'altra cosa, non può fare ora questo e ora quello, è 1 i ■ b e r a ovvero non è libera, ma sempre a un modo. L' e r - rore sta nelTinvenzione di un soggetto. 413. Due stati successivi, 1' u n o « causa », 1' a 1 1 r o « effetto » — : è falso II primo stato non «ffettua punto, il secondo non è effet- tuato. Si tratta di una lotta fra due elementi di potenza diseguale; è raggiunto un nuovo assetto delle forze, anzi, una nuova misura di potenza per ognuna di esse. Il secondo stato è qualcosa di assolu- tamente diverso dal primo (non il suo effetto) : l'essenziale è che i fattori i quali si trovano in lotta, ne escono con diverse quantità di potenza. 414. Mi guardo bene dal parlare di « leggi » chimiche : questo sa un po' di morale. Si tratta piuttosto di una posizione assoluta di rap- porti di potenza : ciò che è più forte diventa padrone di ciò che è più debole, fino a che questo non può affermare il suo grado di indi- pendenza, — non v'è compassione, non riguardo, e ancor meno ri- spetto dinanzi alle « leggi »! 4i5. Non vi è nulla d' i m m u t a b i 1 e nella chimica : ciò è solo appa- renza, un puro pregiudizio di scuola. Abbiamo trascinato dentro l'im- mutabile sempre ancora dalla metafisica, miei signori fisici. E' con- siderare molto ingenuamente alla superficie il dire che diamante, grafite e carbone sono identici. Perchè? solo perchè sulla bilancia non si può constatare una perdita di sostanza! Or bene, con ciò hanno ancora qualcosa in comune; ma il lavoro molecolare nella mutazione, che non possiamo vedere e pensare, fa appunto dell'una materia qualcosa d'altro, — con proprietà specificamente diverse. 416. L'« essere » — noi non ne abbiamo altra rappresentazione che il « vivere ». — Come può « essere » qualcosa di morto?