Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/218

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-220 — vera critica : si deve riconoscere che un'azione non è mai causata dal fine; che fine e mezzo sono interpretazioni per cui vengono messi in luce e scelti determinati momenti di un divenire, a spese di altri, e dei più numerosi; che ogniqualvolta alcunché è fatto in vista di un fine, succede qualcosa di assolutamente diverso; che in rapporto ad ogni azione finalistica le cose stanno come nella pretesa finalità del calore che il sole irradia : la maggior quantità va per- duta; una parte di cui appena si può tener conto ha « fine », ha « senso » — ; che un « fine » coi suoi « mezzi » è un'indicazione estre- mamente indeterminata, che come ingiunzione, come « volontà » può ben comandare, ma presuppone un sistema di organi ubbidienti e ammaestrati, i quali pongano al posto dell'indeterminato delle qua- lità fisse, (ciò vuol dire che noi immaginiamo un sistema di intel- ligenze chiare, ma limitate che pongono fini e mezzi, per poter at- tribuire la parte di « causa di una azione » al solo « fine » che ci è noto, al che noi non abbiamo punto diritto : sarebbe come se, per risolvere un problema, si introducesse la soluzione del problema in un mondo inaccessibile alia nostra osservazione). Da ultimo : perchè « un fine » non potrebbe essere un fenomeno concomitante nella successione delle mutazioni di forze agenti, che provocano l'azione finalistica, una pallida immagine, abbozzata pri- ma nella coscienza che ci rischiara su quanto accade, quasi come sintomo stesso del divenire, e non come sua causa? — Ma con ciò noi abbiamo criticato lo stesso volere : non è un'illusione chiamare causa ciò che sorge nella coscienza come atto di volontà? Non sono forse tutti i fenomeni di coscienza puri fenomeni finali, estremi anelli di una catena, ma verosimilmente condizionatisi a vicenda nell'in- terno di un piano di coscienza? Ciò potrebbe essere un'illusione 451. II pili prossimo precedente di un'azione si riferisce ad essa; ma più lontano via via si trova un precedente, che ci rimanda ancora p i ìi in là: ogni singola azione è anche un membro di un fatto molto più complesso e remoto. I processi più brevi e più estesi non sono separati. 452. Teoria del caso, li'anima un essere che sceglie, ohe si nutre, stra- ordinariamente intelligente eternantesi nella sua creazione (questa

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