Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/304

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06 - si nè no per la realtà, se non per riconoscerla ogni tanto, secondo il modo di un buon ballerino, colla punta dei piedi; sempre solleticato da qualche raggio di sole della felicità; sfrenato e incoraggiato persi- no dalla sventura perchè la sventura conserva l'uomo felice; attaccan- do anche a ciò che vi è di più santo un codino di buffoneria — questo, come chiaramente si vede, è l'ideale di uno spirito pesante, di uno spi- rito che pesa un quintale, di uno spirito della pesan- tezza. 656. Il grande uomo sente la sua potenza sopra un popolo, ia sua coincidenza temporanea con un popolo o con un millennio : — questo ingrarfdimenlo, nel sentimento di sè come causa e voluntas viene falsamente inteso come « altruismo » : sente il bisogno di mezzi di comunicazione: tutti i grandi uomini sono inge- gnosi in tali mezzi. Essi vogliono foggiarsi in grandi comu- nità, vogliono dare una forma al molteplice, aJ disordinato, si sen- tono attratti a vedere il caos. Malinteso dell'amore. Esiste un amore servile che si sot- tomette e dona : che idealizza e s'inganna — esiste nn amore d i- v i n o che disprezza ed ama, che trasforma ciò che ama e lo trasporta in alto. Conquistare quell'enorme energia della grandezza per foggiare l'uomo futuro, per mezzo dell'educazione e d'altra parte per mezzo della distruzione di milioni di mal riusciti e non pe r 1 r e per il dolore che si crea e di cui mai vi fu l'eguale! 657. Un periodo in cui la vecchia mascherata e l'addobbamento mo- rale degli affetti ispira ripugnanza : la natura nuda; in cui si confessa ohe le quantità di potenza sono semplicemente decisive {quali d e t e r m i n a t r i c i di gradi); in cui il grande stile entra nuovamente come conseguenza della grande passione. 658. Il piacere entra dove è il sentimento della potenza. La felicità: nella coscienza divenuta dominante della po- tenza e della vittoria. — 3