Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/33

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sione appunto, ho riconosciuto che era pericolosa più di qualunque vizio.

Ostacolare per principio la scelta nella specie, la purificazione di essa dagli scarti, questo fu chiamato sinora virtù «par excellence».

Si deve tenere in onore la fatalità, che dice al debole «scomparisci».

Si è nominato Dio, quando si resisteva alla fatalità, quando si deteriorava e si corrompeva l’umanità. Non bisogna nominare invano il nome di Dio.

La razza è corrotta — non per i suoi vizi, ma per la sua ignoranza — è corrotta perchè non ha considerato l’esaurimento come esaurimento: le confusioni fisiologiche sono la causa di tutto il male...

La virtù è il nostro grande malinteso...

Problema: come giunsero gli esauriti a fare le leggi dei valori? In altre parole: come sono giunti al potere quelli che sono gli ultimi?

Come ha potuto esser capovolto l’istinto dell’animale uomo?


59.


Affermazione fondamentale: c’è un po’ di marciume in tutto quello che contrassegna l’uomo moderno; ma proprio accanto alla malattia esistono i segni d’una forza e di una potenza dell’anima non ancora provate.

Le stesse ragioni che producono il rimpiccolimento degli uomini spingono i forti e i rari in alto, sino alla grandezza.


60.


Esame d’insieme. — Ogni grande crescita porta di fatto con sè un enorme sbriciolamento e deperimento: la sofferenza, i sintomi della decadenza appartengono alle epoche che fanno enormi passi in avanti; ogni potente o tremendo movimento dell’umanità ha creato nello stesso tempo un movimento nichilista.

Se venisse nel mondo la forma estrema del pessimismo, il vero nichilismo, in certe circostanze ciò sarebbe indizio d'una crescita incisiva ed essenzialissima, indizio del passaggio a nuove condizioni di esistenza. Questo io ho capito.