Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/34

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61.


Vanno ora distrutti innumerevoli individui di specie superiore, ma chi sopravvive è forte come il diavolo. Lo stesso accadde al tempo del rinascimento.


62.


E’ l’epoca del grande meriggio, del terribile schiarirsi: la mia specie di pessimismo: — grande punto di partenza.

1) Contraddizione fondamentale nella civiltà e nell’elevazione dell’uomo.

2) La valutazione morale considerata come una storia della menzogna e dell’arte della calunnia a servizio d’una volontà di potenza (della volontà del gregge che si oppone agli uomini più forti).

3) Le condizioni di ogni elevazione di cultura (la possibilità d’una scelta a spese di una quantità) sono le condizioni d’ogni crescita.

4) L’ambiguità del mondo come problema della forza, la quale considera tutte le cose sotto la prospettiva della sua crescita. Gli apprezzamenti cristiano-morali considerati quali insurrezioni di schiavi e bugie di schiavi (contro i valori aristocratici dell’antico mondo).


63.


Non ho ancora trovato nessuna ragione di scoraggiamento. Chi ha conservato e si è educato una forte volontà insieme con una vasta mente, ha più che mai occasioni favorevoli.

Infatti la capacità degli uomini di essere addomesticati è molto cresciuta in quest’Europa democratica; uomini che facilmente imparano, che facilmente si sottomettono, costituiscono la regola: l’animale da gregge, persino quello intelligentissimo, è preparato. Chi può comandare trova quelli che debbono obbedire: penso, per esempio, a Napoleone e a Bismark. La concorrenza di volontà forti e non intelligenti, che costituisce il maggior ostacolo, è minima. Chi non abbatterebbe questi signori «oggettivi», di volontà debole, come Rànke o Rènan?


64.


Il socialismo — quale finale tirannia dei più piccoli e dei più stupidi, cioè dei superficiali, degli invidiosi e dei commedianti per tre