Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/57

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59 - 111. Come è falso dire che il valore di un atto dipende da ciò che l'ha preceduto nella coscienza! E si è misurato in questo modo la mo- ralità e anche la delinquenza.... 11 valore di un atto deve essere misurato dalle sue conseguenze, dicono gli utilitaristi; valutarlo a seconda della sua origine implica una impossibilità, cioè quella di conoscere questa origine. Ma si possono conoscere le conseguenze? forse a una distanza di cinque passi. Chi può dire ciò che provoca, suscita un atto, ciò che sveglia contro di sè? Serve da stimolante? Da scintilla forse per una materia esplosiva?.... Gli utilitaristi sono ingenui.... E in ultima ana- lisi dovremmo sapere anzitutto che cosa è utile : anche qui il nostro sguardo non oltrepassa la distanza di cinque passi.... Essi non hanno un'idea della grande Economia che non può far a meno del male. Non si conoscono le origini, non si conoscono le conseguenze : ha quindi un alto qualche valore, in generale? Rimane Tatto in sè; i fenomeni che l'accompagnano nella co- scenza, il si e il no che seguono la sua esecuzione : il valore di un alto risiede forse nei fenomeni soggettivi che l'accompagnano? ( — sa- rebbe come misurare il valore della musica secondo il piacere o il dispiacere che produce in noi.... che cagiona al suo composito- re. — ) E' evidente che l'atto è accompagnato da sentimenti di valore, il sentimento di potenza, di sforzo, d'impotenza, per esempio la li- bertà, la facilità — e, per esprimere la domanda in altro modo : si po- trebbe ridurre il valore di un'azione a dei valori fisiologici : è essa l'espressione della vita completa o della vita ostacolata? — Può darsi che il suo valore b i o 1 o g i c o si esprima lì Se dunque l'atto non può essere valutabile nè secondo la sua origine, nè secondo le sue conseguenze, nè secondo i fenomeni che lo accompagnano il suo valore è X, sconosciuto.... 112 E' una snatu razione della morale separare l'azione dagli uomini che la eseguiscono; volgere l'odio e il disprezzo contro il « pec- cato », credere che esistano azioni che sono in sè buone o cattive. Ristabilimento della «natura»: un'azione è in sè, as- solutamente priva di valore: tutto dipende da chi la compie. Lo stesso « delitto » può essere in un caso il supremo privilegio e in un altro un marchio d'infamia. Difatli è l'egoismo dei giudicanti che