Pagina:Nietzsche - La volontà di potenza, 1922.djvu/58

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1 - 60 - interpreta un'azione o l'autore di essa, secondo che essa è utile o nociva a loro stessi ( — oppure in rapporto alla somiglianza o alla dissomiglianza che esiste con essi — ). La morale come tentativo di stabilire la fie- rezza umana. — La teoria del « libero arbitrio » è antireligiosa. Essa vuole creare agli uomini un diritto di potersi considerare come causa delle proprie condizioni e dei propri' atti superiori : è una forma del sentimento di fierezza crescente. L'uomo sente la sua potenza, la sua « felicità » come si dice : ci deve essere « volontà » per questo stato, altrimenti esso non gli appartiene. La virtìi è il ten- tativo di considerare un fatto della volontà, nel presente o nel pas- sato, come antecedente necessario ad ogni sentimento di felicità ele- vato e intenso : se la volontà di certi atti è regolarmente presente nella coscienza si può prevedere che un sentimento di potenza ne sarà considerato come l'effetto. Questa è una semplice ottica della psicologia; sempre colla falsa presupposizione che nulla ci ap- partiene se non lo abbiamo avuto come voluto nella coscienza. Tutta la dottrina della responsabilità è unita a questa psicologia ingenua, cioè che la volontà sola è causa e che si deve aver coscienza di aver manifestato la propria volontà per poter considerare s è stessi come causa. — Viene il contro-movimento: quello dei filosofi morali, sempre ancora sotto lo stesso pregiudizio, che l'uomo è re- sponsabile soltanto di ciò che egli ha voluto. Il valore degli uomini è fissato come valore morale: quindi la sua moralità deve es- sere una causa prima; quindi ci deve essere un principio nell'uomo, un <f libero arbitrio » che sarebbe la causa prima. Qui c'è sempre il presupposto : se l'uomo non è la causa prima per quanto riguarda la volontà, esso è irresponsabile — quindi non va più tradotto dinanzi al tribunale morale, — la virtù o il vizio sarebbero automatici e mac- chinali.... In summa : perchè l'uomo possa rispettare se stesso deve L'ssere capace di diventare anche cattivo. 114. La teatralità come conseguenza della morale del «libero arbitrio ». E' un passo nello s v i 1 u p p o dello stesso senti- mento di potenza l'essere anche la causa delle proprie condi- zioni elevate (della propria perfezione), quindi, si concludeva imme- diatamente, aver anche voi u to.... - 61