Pagina:Nobile - Difesa della metafisica kantiana, 1936.djvu/4

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4 emilia nobile

e della sua parte più vitale, (già da molti anche in Germania disconosciuta per la voga del pensiero hegeliano) il d’Ercole mostrò appunto nella sua critica serena e pacata, ma involontariamente radicale e severa per l’eloquenza stessa degli argomenti, fatta all’amico.

Ciò che conferma appieno il giudizio del Carlini sulla mentalità serena, lucida, disciplinata, aliena da ogni retorica di Pasquale d’Ercole.

Il d’Ercole non accetta, dal Maturi, la identificazione di filosofia e metafisica mediante la identificazione di filosofia e «scienza in generale o senza più» e difende il Kant dalla critica che il Maturi gli muove di essere «deviato dal problema metafisico» per aver considerata la metafisica come una vicenda di dispute interminabili». Ed opportunamente illustra all’oppugnatore di Kant il carattere deontologico e non ontologico della metafisica kantiana e quindi il merito di Kant di avere bensì distrutta, per fissare i limiti della conoscenza, la «vecchia metafisica», ma per fondarne una «nuova», ossia una metafisica relativa ad un trascendente non sostanziale ed oggettivo ma qualificativo e soggettivo, di aver attribuito valore non costitutivo, ma valutativo dell’esperienza alle categorie.

A proposito delle quali categorie il d’Ercole va, probabilmente, troppo oltre nel ravvisare nel «fondo della tavola delle categorie kantiane» il «fondo delle categorie della dottrina dell'Essere e della dottrina dell’Essenza della logica hegeliana».

Ma, comunque, la lettera mi sembra, in complesso, sicura nella linea del suo giudizio ed ispirata a quella rettitudine non comune di cui il d’Ercole dette prova nei suoi studi sul Ceretti1. Esempio, ai giovani ed agli studiosi di filosofia in genere, di lealtà e di serietà.


Mio ottimo e caro amico,

In queste vacanze ho letta la vostra Memoria intitolata: La filosofia e la metafisica; e l’ho letta colla massima attenzione e ponderazione. Mi avete detto che da vero amico io vi dicessi schietto e franco l'amino mio, in proposito, ed io ve lo dirò, pur dicendo con eguale franchezza e coscienza che, non tenendomi per infallibile, il mio parere può essere anche errato.

  1. V. a questo proposito: Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, vol. III p.p. 24 25.
    E. v. anche, nel carteggio Maturi, gli accenni diretti del d’Ercole nella lettera al Maturi del 27 Novembre 1894.