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46 racconti fantastici

quand’anche non dovessi essere visto da anima viva. Perchè il principe del popolo s’attiri il rispetto de’ sudditi, bisogna si abitui a rispettare lui stesso. Si crederebbe d’altronde che questo tanghero non sia stato mandato qui per nessun altro motivo che per servirmi; e siccome è più robusto d’un bue, così trasporterà finalmente tutto il mio oro fino alla citta vicina e io gli regalerò la mia tunica e qualche monetuccia all’usanza della gente minuta.

Da questo eloquente soliloquio il fachiro Abhoc ben sicuro che il suo tesoro non aveva nulla a temere nè dal ramarro, nè dal miserabile Xaïloun, che certo era molto più lontano del ramarro dal conoscerne il valore, si lasciò trascinare dalle dolcezze del sonno e s’addormentò profondamente, sognando della sua provincia, del suo harem popolato delle più rare bellezze d’Oriente e del suo vino di Shiraz spumante nelle tazze d’oro.

Questa è la storia del fachiro Abhoc.


CAPITOLO IV.

Il dottore Abhac.


L’indomani sopraggiunse nello stesso luogo il dottore Abhac uomo molto profondo in tutte le leggi, e che aveva perduto la strada, meditando su un testo imbrogliato, di cui i giuristi davano già centotrentadue diverse interpretazioni. Era sul punto di cogliere la centotrentatreesima, quando la vista del tesoro trasportando il suo pensiero nel campo scabroso dell’invenzione della proprietà e del fisco gliela fece dimenticare affatto; e si annientò talmente nella sua memoria ch’egli non ve l’avrebbe rinvenuta in cent’anni. È pur una gran perdita. Pare disse il dottore Abhac che lo scopritore del tesoro sia il ramarro, il quale garantisco che non userà del diritto di scoperta per reclamare la sua parte legale nella divisione. Il detto ramarro è dunque escluso.

Quanto al fisco e alla proprietà io ritengo che il luogo è sterile, comune proprio a ciascuno e a tutti, di modo che lo Stato e i privati non vi han nulla a fare, e ciò va benone nell’attuale bisogno, poichè segna questo confluente d’acque erranti, se non m’inganno, un confine contestato fra due popoli bellicosi; e possono nascere delle guerre lunghe e sanguinose dal possibile conflitto delle due giurisdizioni. Io farei dunque un atto innocente, legittimo, e anche provvido, portandomi via il tesoro se potessi farlo in un viaggio. — Quanto a questi due avventurieri, di cui uno sembrami essere un tanghero di boscaiolo, e l’altro un cattivo fachiro, gente senza nome