Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/55

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terra che la copriva una pennina che subito mise radice germogliò e si sviluppò come il più bel pennacchio che abbia coronato mai la tomba dei re, e ciò fece per meglio rinvenirla.

Allora scorse il poeta che s’era addormentato nella morte come in un sogno felice, le fattezze del quale ridevano di pace e di felicità.

— Anche il mio Lokman, disse lo spirito, ha voluto ringiovanire per avvicinarsi a noi, quantunque non abbia trascorso che un piccolo numero di anni fra gli uomini che non hanno avuto il tempo ahimè! di profittare delle sue lezioni. Tuttavia vieni, fratel mio, vieni con me, svegliati dalla morte per seguirmi; andiamo alla luce eterna, andiamo a Dio.

Nello stesso tempo scoccò un bacio di risurrezione sulla fronte di Lokman, lo sollevò leggermente dal suo letto di muschio e lo lanciò così profondamente nel cielo che l’occhio delle aquile penò molto a cercarli prima d’essersi aperto del tutto alla loro partenza.

Questa è la storia dell’angelo.


CAPITOLO VIII.

La fine del sogno d’oro.


Ciò che v’ho raccontato è passato già da innumerevoli secoli, e dopo questo tempo il nome del dotto Lokman non si è mai dimenticato dagli uomini.

E appunto da quel tempo l’upas stende sempre i suoi rami, la cui ombra dà la morte fra sorgenti che scorrono sempre.

Questa è la storia del mondo.