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DEL FANTASTICO IN LETTERATURA




Se indaghiamo in qual modo l’immaginazione umana dovette procedere nella scelta de’ suoi primi godimenti, si giungerà naturalmente a credere che la letteratura primitiva, estetica per necessita più che per elezione, per lungo tempo si racchiuse nella espressione ingenua delle impressioni. Un po’ più tardi raffrontò le impressioni tra loro o si dilettò nello sviluppare le descrizioni, nel raccogliere i tratti caratteristici delle cose, nel supplire alla frase colle figure. Tal è l’obbietto della poesia primitiva; e quando questa sorta di impressioni fu modificata o quasi logora pel lungo uso, il pensiero si elevò dal noto all’ignoto. La letteratura investigò profondamente le leggi occulte della società, studiò le molle segrete dell’organismo universale, ascoltò nel silenzio delle notti l’armonia meravigliosa delle sfere, creò le scienze contemplative e le religioni. Questo ministero imponente fu l’inizio del poeta nella grand’opera della legislazione. Egli si trovò, per questa potenza rivelatasi in lui, magistrato e pontefice, e si istituì un santuario inviolabile, da cui non comunicò colla terra che mediante istruzioni solenni dal fondo del roveto ardente, dalla cima del Sinai, dall’alto dell’Olimpo o del Parnaso, dalle profondità dell’antro della Sibilla, attraverso l’ombra delle profetiche quercie di Dodona o dei boschetti di Egeria. La letteratura puramente umana si trovò ridotta alle cose più comuni della vita positiva, senza però aver perduto l’elemento ispiratore che la divinizzò nella prima età. Ma, siccome le sue creazioni essenziali erano fatte, e il genere umano le aveva già accettate in nome della verità, così essa si smarrì di proposito in una regione ideale, meno imponente, ma non meno ricca di seduzioni, in una parola essa inventò la menzogna. Fu questa una splendida e incommensurabile carriera, in cui abbandonata a tutte le illusioni d’una credulità docile, perchè volontaria, ai prestigi ardenti dell’entusiasmo tanto naturale ai popoli giovani, alle allucinazioni appassionate di sentimenti che l’esperienza non ha ancora sfatati, alle percezioni vaghe de’ terrori notturni, della febbre e dei sogni, alle visioni