Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/21

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zioni, che possono alimentare in noi avventati propositi, o renderci con evirata inerzia non curanti delle discipline, e degli apprestamenti che contribuiscono a fare le nazioni grandi, potenti e temute. Conciossiachè nulla sia più pericoloso e più contrario agli elementi che assicurano le grandi vittorie e i duraturi trionfi, del ritenere il nemico debole, preda a fatali divisioni, allo estremo della penuria, e quindi incapace a governare grandi imprese nei cimenti supremi.

La storia, questa grande maestra delle nazioni, i cui responsi per chi sa comprenderli non falliscono mai, ne insegna che i grandi imperi ch’ebbero la sorte di percorrere la vita di molti secoli, quand’anche si avviano al declivio della loro esistenza, non cadono decrepiti ad un tratto nè sì di leggieri, ove l’infezione organica dei vieti ordini civili ed amministrativi, non abbiano tratto in condizioni deplorevoli gli ordinamenti militari. Senza questo estremo, hanno se non altro, lucidi intervalli, che sono lustri e lustri di torture pei popoli avvinti dalle loro catene, e sovente offrono lo spettacolo del mostro marino che nelle angosce della morte fa naufragare il vascello che ne ambiva le spoglie.

Ebbene, l’Austria ha una organizzazione militare fra le migliori di Europa, la sua immensa armata se non è cementata dall’amore del soldato, lo è potentemente da una ferrea disciplina, dall’istruzione distintissima degli ufficiali, e dalle antichissime tradizioni bellicose dei suoi capi. Possiede materiali da guerra imponenti ed i suoi arsenali, ed i suoi depositi sono inesauribili; in guisa che l’abbiamo veduta rifornire quasi per incanto interi eserciti l’uno dopo l’altro, dietro rotte e disfatte disastrosissime.