Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/104

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gli anni 456 fu da’ Vandali assalita; ma da questi gagliar-

    facile giogo delle fisiche condizioni dell’esser nostro; ed avvalorandosi delle patrie tradizioni greche e della greca filosofia, lo ha fatto maisempre inclinare all’idealismo e spesse volte sospintolo audacemente per quella via. Ma per opposito, lo ha renduto mal destro a quella civile prudenza o pratico avvedimento che in Toscana fu tanto, sì che solo possiam citare l’accorto e penetrativo ingegno del. Mazzarino, e qualche altri scrittori di un tempo, siccome al principio di questo secolo, che solo fu pratico. Per la stessa cagione le teoriche utilitarie non han potuto mai bene allignar tra noi, nè manco allora che tutta la colta Europa assai volentieri le si accoglieva; e in effetto, il Macchiavelli, lasciando star gli ultimi esempii, fu assai prestamente contraddetto dai nostri filosofi. Come nella vita, così nelle opere i Napolitani han molto sovente dimostrato un nobilissimo disinteresse, un cercar la cosa per sè, checchè ne seguisse, un dispregiar per un’idea qualsisia terrena considerazione. Di che le scienze speculative, state sempre con molto amore e somma gloria da lor coltivate, sono state altresì applicate per ogni verso, quando anche nissun certo frutto sociale potesse indi nascere. Certo che l’applicarle al dritto e alla storia non compruova la nostra affermazione, ma ci pare che l’averle essi applicate all’arte, bene dimostri il disinleresse delle speculazioni loro, e quel cercar la scienza per sè medesima senz’altro risguardo di utilità di sociale importanza. Da ultimo detta signoria del pensiero astratto e, per effetto, l’abito della riflessione, sono stati, non diciam sole, precipue cagioni del picciol volo dell’arte, ed or l’han soffocata, ora impedita o guasta. Non è a dire che la poesia, come quella che più assai è offesa dalla riflessione e dalle astrattezze, non dovea avere il massimo danno; solo vogliamo quì far notare che il secentismo nelle lettere è anzi effetto di tal giudizio, e di scorretta immaginazione, e ch’e’ non è in sostanza che abuso di pensiero ed uso di riflessione, un anteporre all’artistica idealità l’astratta, al puro e spontaneo concetto delle cose, una colai pompa di acume, insomma un vano compiacersi dell’aver saputo scorger fra gli obbietti novissime o lontane attenenze. Così nella nostra patria, in tanta morbidezza di clima, nulla propriamente è sensuale, ed anche gli errori e i trascorsi sono stati per